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Viaggio nelle terre di Babbo Natale
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INDIANRIP
MAGMA
6 partecipanti
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Viaggio nelle terre di Babbo Natale
Copio qui la discussione di un viaggio che mi ha lasciato molto in termini di emozioni, natura selvaggia e pesci di una bellezza disarmante( per me che sono appassionato ai salmonidi almeno...)
Link alla discussione:
[url=spinning-evolution.forumcommunity.net/?t=48282897]spinning-evolution.forumcommunity.net/?t=48282897[/url]
Siamo alla fine di luglio del 2011, e per questa avventura in terra lappone, Gianni e Luca non ci hanno messo molto a mettersi d’accordo. La comune passione per la pesca, e per la trota in particolare, ma soprattutto le esperienze passate di Luca e i racconti di alcuni amici di Gianni , li avevano rapidamente convinti circa le grandi potenzialità della pesca in Lapponia volta unicamente (o quasi) alla ricerca di salmonidi.
L’anno prima infatti, nel corso di un viaggio alla ricerca esclusiva del luccio, Luca si era reso conto ben presto che le acque da salmonidi da trota, nella terra di Babbo Natale, sono tanto vaste e varie che sarebbe stato un vero peccato non dedicargli l'attenzione che meritano.
Gianni aveva invece avuto occasione di conoscere nuovi amici che ormai frequentano la Lapponia da anni (addirittura ci hanno preso casa!) e hanno all’attivo numerose catture da sogno .
Messe insieme queste premesse a frullare nei cervelli dei due MALATI di trota che conoscete, è semplice immaginare quanti "millisecondi" siano serviti per passare direttamente alle prenotazioni
E così, armati di tutto punto, sono partiti, pieni di informazioni, di racconti, di esche (quante esche) e di speranze, per quello che per Luca è stato il primo viaggio estero avente come principale e quasi unico obbiettivo la trota, e per Gianni il primo viaggio di pesca all'estero in assoluto. Un primo viaggio, tra l’altro, con un coefficiente di “fai da te” decisamente elevato : niente tour operators di mezzo, né lodge di pesca con servizio in tavola e guide comprese nel prezzo, una impostazione del viaggio che pur più gravosa dal punto di vista organizzativo permette di agire come si preferisce e nel contempo lascia ampio spazio alla scoperta di spot meno conosciuti.
Un alloggio in affitto presso gli amici di Gianni (sempre prodighi di consigli sulle acque che conoscevano), un’auto a nolo e massima libertà : questi i semplici ingredienti per una dimensione diversa del viaggio, dove lo scopo è assaporare veramente tutto quanto, dove la voglia di esplorare e di rischiare doveva essere almeno quanto quella di pescare.
I preparativi per un viaggio simile sono spesso complicati , decidere cosa portare e cosa lasciare a casa è sempre motivo di lunghe riflessioni , e se Luca è avvantaggiato dall'esperienza dei suoi precedenti viaggi, Gianni inizialmente non si raccapezza e vorrebbe portare con se un paio di negozi di pesca
La scelta di portare un bagaglio aggiuntivo sul quale dividere le spese, per risparmiarsi il dubbio di aver lasciato a casa l'esca "vincente", si rivela azzeccata, non tanto per l’esca vincente, quanto per dormire sonni tranquilli la notte prima della partenza
Arrivati all'aereoporto della piccola cittadina di Skelleftea, sulla costa baltica, i due soci viaggiano per un paio d’ore abbondanti verso l’interno prima di raggiungere la destinazione.
I padroni di casa li accolgono splendidamente, con una succulenta cena e un breve briefing prima dell'arrivederci alla mattina seguente, dove li accompagnano a vedere alcuni (solo alcuni) degli innumerevoli spot nelle vicinanze.
Ai due non resta che imbracciare le canne, districarsi fra le infinite acque attorno e provare a combinare qualcosa.
Gli ambienti in cui pescano sono di una bellezza che nulla ha da invidiare agli sterminati e selvaggi paesaggi del Canada e dell’Alaska; solo, ovviamente, è più alto il grado di civilizzazione, per cui la stradina, la carrareccia, il sentiero, sono sempre a portata di auto e al limite di chi abbia solo voglia di scarpinare un po’ per scendere verso il fiume o il lago.
Il cellulare prende sempre, e ci si sente più sicuri anche quando ci si inoltra nella foresta per chilometri, risalendo le sponde, a volte impervie e acquitrinose, di fiumi impetuosi e selvaggi, che repentinamente cambiano il loro aspetto in laghi anche di dimensioni molto generose, per poi tornare a scorrere impetuosi nel loro alveo.
Sono ambienti profondamente diversi da quelli italiani, dove il pesce, imparano i due pescatori, ha abitudini diverse, staziona in posti diversi, cerca le sue prede in maniera diversa. Pescare qui vuol dire rimettere in dubbio tutte le proprie esperienze , le abitudini e i “must” della pesca al salmonide .. e pescare con in discussione tanti concetti da tempo consolidati è sicuramente una difficoltà in più.
I livelli poi, per il mese di agosto, sono decisamente alti.
Il fiume battuto il primo giorno, e alcuni dei successivi, ha circa 60-70 cm di acqua in più rispetto al livello abituale di questa parte della stagione. E si vede : l’erba terrestre di sponda è sotto qualche decina di cm d’acqua, e per raggiungere l’acqua che corre spesso si passa nell’acquitrino.
In queste condizioni lo spinning non è la tecnica ideale. Il fondo del fiume è tutto grossi, spezzettati e spigolosi massi, per cui anche il wading è limitatissimo: la combinata del fondo irregolare e del colore di torba delle pietre sconsiglia di avventurarsi oltre profondità che vanno poco oltre la caviglia, pena grande rischio per la propria incolumità.
Il livello alto poi, non permette di individuare facilmente i ripari migliori dietro ai quali si nascondono sicuramente le trote di taglia :woot:
Il tutto, unito a correnti davvero molto forti (a cui certamente i due ragazzi non sono abituati) fa si che la pesca diventi davvero una sfida : il pesce può sostanzialmente essere ovunque, e non si ha mai la certezza che la propria esca sia “in pesca”.
Pazienza e dedizione sono però le armi principali degli spinners, per una pesca dura, tosta, che mette a dura prova l’animo del trotaiolo. Per fortuna che, nel sottoriva, la prova che il fiume è sano, vivo, è evidente
Trotelle, che tra i loro genitori e sorelle più grandi, senza contare gli innumerevoli persici e i tanti lucci, non se la devono passare mica tanto tranquillamente…
Quando cominciano i lanci, comincia subito il pesce
Le trote si attaccano sia a minnows che rotanti, dimostrando di preferire, per l’attività, le prime ore del mattino
E già dalle prime, è inconfondibile la livrea caratteristica delle brown trout, le fario del Nord, adattate a questi fondali scuri e quindi dai colori vividi, ben definiti
Scarpinare diventa ben presto il verbo principale delle battute di pesca. Percorso qualche chilometro di sterrato, e fermata l’auto vicino agli ingressi nel bosco dove partono i sentieri dei pescatori, si scende a piedi verso il fiume, attraversando paesaggi che hanno un che di fiabesco
E anche in acqua, si deve scarpinare…
Si susseguono, con buona frequenza, catture di trote intorno ai 30-35 cm, rilasciate con le dovute cure.
Innumerevoli sono quelle di taglia esigua, che incredibilmente attaccano anche in pieno correntone e con esche smisurate al loro confronto, e si capisce perché queste trote siano molto resistenti e forti, una volta allamate.
I primi giorni i due soci esplorano diversi spot, passando dalle acque quiete in cui la corrente si affievolisce in una calma spianata …
a raschi e correnti ancora piuttosto “tranquille”, immerse nel fitto della foresta lappone…
ai buconi sotto le cascate…
alle massicciate che formano pennelli artificiali che spezzano la forza della corrente…
al pieno dell’impetuoso correntone del Grande Fiume
Tanti lanci, altrettanti esperimenti, fra cui utilizzare un lipless, anche di generose dimensioni, svela come questa tecnica faccia partire trote di taglia più interessante della media.
Questa qui, come si vede, ha attaccato un tramviere auto costruito di circa 10 cm lanciato da Gianni nel pieno della corrente
A proposito, non è bellissima ? :wub:
Le esche “generose” non spaventano le piccoline…Luca per esempio attacca questa con un husky jerk poco più corto di lei
Mente Gianni porta a riva con un tramviere da 10 cm una trotella poco più lunga dell'esca
Pur se alcuni spot sono di una ampiezza quasi scoraggiante…..
piano piano, con la dovuta pratica, cominciano ad uscire trote un po’ più belle
Non dimenticandosi mai di essere anche in vacanza, sono molteplici le occasioni di assaporare anche tutto il resto, e non è poco, che questo angolo di mondo offre.
Viaggiando per strada, non è affatto raro, anzi praticamente certo, l’incontro con le renne , tra le quali un fantastico maschio albino
Non è impossibile imbattersi in bellissime volpi artiche e in maestose alci : trattandosi di animali molto schivi si faranno solo vedere ma non fotografare, lasciando nell’animo dei due comunque la consapevolezza di assistere a spettacoli non comuni.
A volte capita di “doversi” fermare per una foto ricordo di un incantevole angolo di Lapponia
Oppure, passeggiando nel bosco che porta al fiume, senza alcuno sforzo, succede di trovare tanti funghi da poter fare un servizio fotografico per micologi
Oppure, ancora, di imbattersi in un formicaio che quasi ostruisce il sentiero
La scelta dei posti da esplorare è praticamente infinita, e anche se la difficoltà di pesca è tanta, le giornate sono ugualmente appaganti.
Uno degli spot più “comodi” è fornito di tanto di passerella di accesso
E i motivi ci sono :shifty:
Situato tra due laghi, il tratto di fiume è collo di bottiglia per il passaggio delle grandi fario e delle lacustri che risalgono per la frega. Scegliendo orari che potrebbero essere buoni, Gianni e Luca qui concentrano qualche uscita, e qui, in effetti, ne succedono parecchie.
Innanzitutto Gianni, insistendo con la gomma,attacca la prima bella Lake trout lappone
In alto si intravede l’esca…un bel shad da 4 pollici. Dicevamo, non vanno certo per il sottile :woot:
A due passi, lì’ vicino, il fiume si trasforma in lago
Luca, che un po’ di occhio per gli spot buoni se l’è fatto l’anno prima , dice a Gianni “ocio” (da bravo veneto) che qui viene fuori il luccio…tempo di vedergli fare tre passaggi con un bass assassin e, incredibile, il luccio in effetti vien fuori…ma il problema è che passa i 90 cm, e purtroppo, prima di avere il tempo di organizzare la difesa se lo vede sfuggire dopo una violenta testata nel sottoriva :(
L’hot spot big fish in realtà regala trote di taglia classica, anche se Gianni allama una bella lake trout che riesce però a dileguarsi nelle rapide (spaccandogli il terminale in FC) , mentre a Luca , insegue e cicca il Bombix una fariona over 50 .
Bombix che è incredibilmente gradito anche da un gardon, che attacca in caduta come un navigato predatore
Lì, in fondo, sotto la cascata, vige un divieto…
E mentre i due fantasticano di cosa e quanto ci possa essere lì, in attesa della risalita, sempre a gomma Gianni una di quelle “cose” la aggancia !!!
L'aveva vista quasi mezzora prima saltare alla fine delle rapide , e anche se non immaginava certo di farla abboccare si è portato in una zona di riposo immaginando che potesse prepararsi proprio lì per la prossima rapida, e insistendo con lo shad da 4 pollici la convince all’attacco.
E’ un combattimento mozzafiato: sono pesci abituati a grandi spostamenti, e lottano come i salmoni, fino alla fine. E’ una lacustre vicina ai 70 cm, che purtroppo si slama un secondo, ma veramente un secondo prima di essere presa.
Una delle serie difficoltà in questi ambienti è trovare un angolo dove salpare il pesce, dal momento che le sponde non sono mai o quasi un degradare lento , ma grossi massi o terre erose dall'acqua.
Un vero peccato, con l’acqua scura i due amici non riescono nemmeno ad ammirare veramente una livrea che deve essere stata splendida. Resta loro il ricordo del pesce, esausto, che pinneggia pianissimo riportandosi in profondità…e il desiderio represso di allungarsi, di tuffarsi per prenderlo, ma è un rischio serio ed inutile in un fondale cosi… e la ragione consiglia di rinunciare.
Per un soffio, ma ha vinto lui ...Gianni non può far altro che rimuginare sulla perdita e soprattutto sul fatto di non avere avuto con se il guadino da big fish rimasto a casa .. :rolleyes:
Tra uno spot…
E l’altro…
c’è tempo di inframmezzare la pesca alla trota con quella ai numerosissimi temoli e persici che popolano le acque lapponi.
I persici sono in ogni dove, catturabili con semplicità e gran divertimento. Ovviamente, la gomma regna -_-
ma anche il legno dice la sua, come il flat rap 10 cm
I temoli richiedono maggiore impegno, non sono presenti in tutti gli spot e vanno cercati con artificiali appositi, ma una volta capito il quadro, dove ce ne sono si prendono, e ne escono comunque in buona misura
Le sorprese ci sono anche in questa pesca, dove pur facendola da padrone il piccolo rotante, capita di ferrare timallidi anche a lipless , capita a gianni infatti ,di allamarne uno interessante sulla sponda opposta del fiume .
Purtroppo per lui la bocca tenera dei temoli è fonte di molte slamature .
Tra l’altro, pescandoli con attrezzatura piuttosto leggera, c’è anche più divertimento nell’incocciare le trote di taglia “standard”, che non mancano mai
Al polso di Gianni, ecco "l'inutile" bracciale antizanzare col quale sperava di potersi salvare dagli sciami affamati che popolano questi ambienti ... il prodotto locale è senza dubbio più efficace
Aiutati da uno smartphone con navigatore acquistato pochi giorni prima della partenza, che Gianni con un caparbietà marchio di fabbrica riesce far funzionare al meglio nonostante le difficoltà del collegamento con scheda estera, i due sono continuamente alla presa con nuove situazioni di pesca,
e nelle acque di uno splendido fiume di una incantevole vallata arriva anche qualche altro incontro di rilievo
finendo anche a pescare nei punti dove l’acqua si allarga (e succede spesso) nelle placide acque di un lago.
Proprio qui Luca , con il suo CD7 (colore iridea, per chi crede alle livree), realizza una delle più belle catture del viaggio: lacustre, meravigliosa 63 cm
La cattura lo lascia senza fiato…appagato al punto di chiedersi: cos’altro può succedere, in Lapponia ?
Beh…in Lapponia può succedere, per esempio, di prender lucci dove meno te lo aspetti , come in questa lama “canadese”
Dove mentre stai tentando con un minnow di prendere una bella trota e invece, appunto, arriva lui
E la trota, quella bella, la aggancia di nuovo Gianni, e anche questa volta non è fortunato.
Un altro combattimento difficile, un primo salto in mezzo al correntone, una lunga fuga verso valle, e poi convinto che ormai fosse vinta, la tiene ferma in acqua in cerca di un posto dove salparla , peccato che ancora vispa e molto scaltra decida di intanarsi sotto un tronco sommerso , causandogli dopo una serie di tentativi al limite dell’immersione la rottura della canna, ed in seguito anche del filo, con la trota che riparte prontamente verso il largo.
Sembra proprio che la Dea Bendata non abbia diviso equamente la sorte…
La conferma di dove gira la fortuna i due ragazzi ce l’hanno il giorno dopo, quando decidono per acque più piccole, più abbordabili, e per una pesca leggera.
E’ una giornata uggiosa, cielo coperto e pioggerella fine, intermittente, un ambiente surreale : il fiume pare quasi prosciugato , i sassi , anche quelli più grandi , sono quanto di più instabile e pericoloso abbiano visto finora .
Dopo gli iniziali scarsi risultati, a Luca viene in mente la pazza idea di far girare uno streamer da spinning che si è assemblato a casa, e che non ha ancora mai mosso nulla le poche volte che l'ha gettato in acqua.
Ci sono due enormi massi sommersi, longitudinali al torrente, e una fessura tra di essi, ed è da questa fessura che si materializza, velocissima, una lunga ombra scura, che sale a galla a ghermire l’esca, al quarto o quinto passaggio nella pool dove si allarga momentaneamente il corso.
La scena è di quelle destinate a rimanere impresse a vita nella memoria, la ferrata è automatica, la mano sinistra di Luca che va alla frizione del piccolo CI4 2500 perché sa che questo pesce almeno all’inizio andrà dove vuole…..e con il cannino che si ritrova è meglio che non abbia impedimenti di sorta.
E difatti è così, comincia a prendere metri e metri di 8 libbre, e non si può far altro che lasciarlo andare.
Accorre Gianni, che fa a tempo a raggiungerlo, e ad assistere al tira e molla che per fortuna si limita ad avere come teatro la pool stessa, senza che al pesce venga in mente di salire o scendere.
Lo sapevano, che qui ci poteva essere qualche chance per il salmone, ma vai te a pensare…
72 cm di salmone atlantico :wub: :B):
Luca, felicissimo per una cattura così inaspettata e sudata, non osa immaginare cosa possa tirare un pesce di questo genere che passi il metro… il solo pensiero lo commuove .
Ad ogni modo, la fiducia non è tanto, è tutto, per cui eccoli di nuovo a calcare il Grande Fiume, con i giorni che passano inesorabili mentre si avvicina il rientro a casa, e azzardando percorsi al limite della praticabilità, per poter lanciare là, dove nessun’esca è mai giunta prima (…chi indovina la citazione vince un martin 6 rugginoso :P )
Ci sono voluti diversi giorni per entrare nell’ordine di idee che il lipless, in fiume, fa la differenza. Più convinti e con più continuità riguardo all’utilizzo di tramvieri e bombix, i due pescatori eseguono passate lunghe, fatte di strappi e rilasci prolungati, perdono una raffica di esche, ma finalmente vedono un antipasto di quello che questo meraviglioso corso d’acqua può regalare.
Una brown veramente, ma veramente brown :wub:
E una brown chiara chiara
Dalle foto viste in giro, c’è la consapevolezza che ci sono mostri puntinati e colorati di ben altre taglie in quelle buche, sotto quei correntoni, là in mezzo dove nemmeno il lancio più potente può arrivare…ma per quest’anno il Grande Fiume ha nascosto i suoi tesori.
Poco male. Il Grande Fiume non è l’unico, qui, ad avere tesori.
L’ultimo giorno di questo viaggio è quello più faticoso in assoluto : venti abbondanti chilometri di scarpinata sotto la pioggia,
a visitare la parte alta di un altro fiumone, appena sotto le montagne, dove le acque sono molto più simili alle nostre , e dove il panorama lascia senza fiato , con i boschi ormai al limitare della tundra coperti di soffice erba vellutata, disseminata di funghi in ogni dove ..
Il fiume si trova molto più vicino alle sorgenti, con portate e conformazioni che molto hanno a che vedere con i nostri amati corsi
E dove le trote hanno una livrea che ricorda molto da vicino le fario di casa nostra.
Anzi, questa, una delle tante, presa nelle nostre acque, farebbe venire il legittimo dubbio che si tratti di un ibrido
Purtroppo una fittissima schiusa di uno strano tipo di formiche alate pare aver saziato gli appetiti delle trote, che non si mostrano molto collaborative.
E pensare che queste acque tra i monti sono uno dei migliori spot per la grande fario e uno dei pochi al mondo dove si possono pescare le namaycush in acque correnti , anche se la chiave è la “night fishing”, tanto che alla sera il fiume si popola di “locali”, esperti conoscitori della zona. I pesci, in effetti, sono “very shy”, dice la vecchina che fa il permesso, e d’altra parte le foto delle catture sembrano confermarlo, dato che la luce è quella dell’imbrunire o addirittura c’è il flash ad illuminare la trotona di turno.
Ci fosse ancora tempo…ma il sole tramonta, sul Vindel, di fronte a casa, come sul viaggio.
E’ ora di fare i bagagli, e rientrare.
In otto giorni completi di pesca che potremmo quasi definire “matta e disperata”, Gianni e Luca appena appena hanno cominciato a capirci qualcosa, di come si può affrontare la trota qui. Otto giorni, possiamo proprio dirlo, di vera esperienza, a cercare pesci selvatici, difficili per ambiente e per differenza con quelli a cui siamo abituati.
Le potenzialità sono, però, enormi, ed è già un buon motivo per progettare, a breve, un secondo viaggio in grande stile. Ed è di questo che i due amici già discutono, durante il volo verso l’Italia, sperando che il tempo che li separa dal ritorno in questa splendida terra passi in fretta, e che l’esperienza appena passata sia tesoro per poter ricavare i frutti che la pesca, qui, è sicuramente in grado di dare.
Link alla discussione:
[url=spinning-evolution.forumcommunity.net/?t=48282897]spinning-evolution.forumcommunity.net/?t=48282897[/url]
Siamo alla fine di luglio del 2011, e per questa avventura in terra lappone, Gianni e Luca non ci hanno messo molto a mettersi d’accordo. La comune passione per la pesca, e per la trota in particolare, ma soprattutto le esperienze passate di Luca e i racconti di alcuni amici di Gianni , li avevano rapidamente convinti circa le grandi potenzialità della pesca in Lapponia volta unicamente (o quasi) alla ricerca di salmonidi.
L’anno prima infatti, nel corso di un viaggio alla ricerca esclusiva del luccio, Luca si era reso conto ben presto che le acque da salmonidi da trota, nella terra di Babbo Natale, sono tanto vaste e varie che sarebbe stato un vero peccato non dedicargli l'attenzione che meritano.
Gianni aveva invece avuto occasione di conoscere nuovi amici che ormai frequentano la Lapponia da anni (addirittura ci hanno preso casa!) e hanno all’attivo numerose catture da sogno .
Messe insieme queste premesse a frullare nei cervelli dei due MALATI di trota che conoscete, è semplice immaginare quanti "millisecondi" siano serviti per passare direttamente alle prenotazioni
E così, armati di tutto punto, sono partiti, pieni di informazioni, di racconti, di esche (quante esche) e di speranze, per quello che per Luca è stato il primo viaggio estero avente come principale e quasi unico obbiettivo la trota, e per Gianni il primo viaggio di pesca all'estero in assoluto. Un primo viaggio, tra l’altro, con un coefficiente di “fai da te” decisamente elevato : niente tour operators di mezzo, né lodge di pesca con servizio in tavola e guide comprese nel prezzo, una impostazione del viaggio che pur più gravosa dal punto di vista organizzativo permette di agire come si preferisce e nel contempo lascia ampio spazio alla scoperta di spot meno conosciuti.
Un alloggio in affitto presso gli amici di Gianni (sempre prodighi di consigli sulle acque che conoscevano), un’auto a nolo e massima libertà : questi i semplici ingredienti per una dimensione diversa del viaggio, dove lo scopo è assaporare veramente tutto quanto, dove la voglia di esplorare e di rischiare doveva essere almeno quanto quella di pescare.
I preparativi per un viaggio simile sono spesso complicati , decidere cosa portare e cosa lasciare a casa è sempre motivo di lunghe riflessioni , e se Luca è avvantaggiato dall'esperienza dei suoi precedenti viaggi, Gianni inizialmente non si raccapezza e vorrebbe portare con se un paio di negozi di pesca
La scelta di portare un bagaglio aggiuntivo sul quale dividere le spese, per risparmiarsi il dubbio di aver lasciato a casa l'esca "vincente", si rivela azzeccata, non tanto per l’esca vincente, quanto per dormire sonni tranquilli la notte prima della partenza
Arrivati all'aereoporto della piccola cittadina di Skelleftea, sulla costa baltica, i due soci viaggiano per un paio d’ore abbondanti verso l’interno prima di raggiungere la destinazione.
I padroni di casa li accolgono splendidamente, con una succulenta cena e un breve briefing prima dell'arrivederci alla mattina seguente, dove li accompagnano a vedere alcuni (solo alcuni) degli innumerevoli spot nelle vicinanze.
Ai due non resta che imbracciare le canne, districarsi fra le infinite acque attorno e provare a combinare qualcosa.
Gli ambienti in cui pescano sono di una bellezza che nulla ha da invidiare agli sterminati e selvaggi paesaggi del Canada e dell’Alaska; solo, ovviamente, è più alto il grado di civilizzazione, per cui la stradina, la carrareccia, il sentiero, sono sempre a portata di auto e al limite di chi abbia solo voglia di scarpinare un po’ per scendere verso il fiume o il lago.
Il cellulare prende sempre, e ci si sente più sicuri anche quando ci si inoltra nella foresta per chilometri, risalendo le sponde, a volte impervie e acquitrinose, di fiumi impetuosi e selvaggi, che repentinamente cambiano il loro aspetto in laghi anche di dimensioni molto generose, per poi tornare a scorrere impetuosi nel loro alveo.
Sono ambienti profondamente diversi da quelli italiani, dove il pesce, imparano i due pescatori, ha abitudini diverse, staziona in posti diversi, cerca le sue prede in maniera diversa. Pescare qui vuol dire rimettere in dubbio tutte le proprie esperienze , le abitudini e i “must” della pesca al salmonide .. e pescare con in discussione tanti concetti da tempo consolidati è sicuramente una difficoltà in più.
I livelli poi, per il mese di agosto, sono decisamente alti.
Il fiume battuto il primo giorno, e alcuni dei successivi, ha circa 60-70 cm di acqua in più rispetto al livello abituale di questa parte della stagione. E si vede : l’erba terrestre di sponda è sotto qualche decina di cm d’acqua, e per raggiungere l’acqua che corre spesso si passa nell’acquitrino.
In queste condizioni lo spinning non è la tecnica ideale. Il fondo del fiume è tutto grossi, spezzettati e spigolosi massi, per cui anche il wading è limitatissimo: la combinata del fondo irregolare e del colore di torba delle pietre sconsiglia di avventurarsi oltre profondità che vanno poco oltre la caviglia, pena grande rischio per la propria incolumità.
Il livello alto poi, non permette di individuare facilmente i ripari migliori dietro ai quali si nascondono sicuramente le trote di taglia :woot:
Il tutto, unito a correnti davvero molto forti (a cui certamente i due ragazzi non sono abituati) fa si che la pesca diventi davvero una sfida : il pesce può sostanzialmente essere ovunque, e non si ha mai la certezza che la propria esca sia “in pesca”.
Pazienza e dedizione sono però le armi principali degli spinners, per una pesca dura, tosta, che mette a dura prova l’animo del trotaiolo. Per fortuna che, nel sottoriva, la prova che il fiume è sano, vivo, è evidente
Trotelle, che tra i loro genitori e sorelle più grandi, senza contare gli innumerevoli persici e i tanti lucci, non se la devono passare mica tanto tranquillamente…
Quando cominciano i lanci, comincia subito il pesce
Le trote si attaccano sia a minnows che rotanti, dimostrando di preferire, per l’attività, le prime ore del mattino
E già dalle prime, è inconfondibile la livrea caratteristica delle brown trout, le fario del Nord, adattate a questi fondali scuri e quindi dai colori vividi, ben definiti
Scarpinare diventa ben presto il verbo principale delle battute di pesca. Percorso qualche chilometro di sterrato, e fermata l’auto vicino agli ingressi nel bosco dove partono i sentieri dei pescatori, si scende a piedi verso il fiume, attraversando paesaggi che hanno un che di fiabesco
E anche in acqua, si deve scarpinare…
Si susseguono, con buona frequenza, catture di trote intorno ai 30-35 cm, rilasciate con le dovute cure.
Innumerevoli sono quelle di taglia esigua, che incredibilmente attaccano anche in pieno correntone e con esche smisurate al loro confronto, e si capisce perché queste trote siano molto resistenti e forti, una volta allamate.
I primi giorni i due soci esplorano diversi spot, passando dalle acque quiete in cui la corrente si affievolisce in una calma spianata …
a raschi e correnti ancora piuttosto “tranquille”, immerse nel fitto della foresta lappone…
ai buconi sotto le cascate…
alle massicciate che formano pennelli artificiali che spezzano la forza della corrente…
al pieno dell’impetuoso correntone del Grande Fiume
Tanti lanci, altrettanti esperimenti, fra cui utilizzare un lipless, anche di generose dimensioni, svela come questa tecnica faccia partire trote di taglia più interessante della media.
Questa qui, come si vede, ha attaccato un tramviere auto costruito di circa 10 cm lanciato da Gianni nel pieno della corrente
A proposito, non è bellissima ? :wub:
Le esche “generose” non spaventano le piccoline…Luca per esempio attacca questa con un husky jerk poco più corto di lei
Mente Gianni porta a riva con un tramviere da 10 cm una trotella poco più lunga dell'esca
Pur se alcuni spot sono di una ampiezza quasi scoraggiante…..
piano piano, con la dovuta pratica, cominciano ad uscire trote un po’ più belle
Non dimenticandosi mai di essere anche in vacanza, sono molteplici le occasioni di assaporare anche tutto il resto, e non è poco, che questo angolo di mondo offre.
Viaggiando per strada, non è affatto raro, anzi praticamente certo, l’incontro con le renne , tra le quali un fantastico maschio albino
Non è impossibile imbattersi in bellissime volpi artiche e in maestose alci : trattandosi di animali molto schivi si faranno solo vedere ma non fotografare, lasciando nell’animo dei due comunque la consapevolezza di assistere a spettacoli non comuni.
A volte capita di “doversi” fermare per una foto ricordo di un incantevole angolo di Lapponia
Oppure, passeggiando nel bosco che porta al fiume, senza alcuno sforzo, succede di trovare tanti funghi da poter fare un servizio fotografico per micologi
Oppure, ancora, di imbattersi in un formicaio che quasi ostruisce il sentiero
La scelta dei posti da esplorare è praticamente infinita, e anche se la difficoltà di pesca è tanta, le giornate sono ugualmente appaganti.
Uno degli spot più “comodi” è fornito di tanto di passerella di accesso
E i motivi ci sono :shifty:
Situato tra due laghi, il tratto di fiume è collo di bottiglia per il passaggio delle grandi fario e delle lacustri che risalgono per la frega. Scegliendo orari che potrebbero essere buoni, Gianni e Luca qui concentrano qualche uscita, e qui, in effetti, ne succedono parecchie.
Innanzitutto Gianni, insistendo con la gomma,attacca la prima bella Lake trout lappone
In alto si intravede l’esca…un bel shad da 4 pollici. Dicevamo, non vanno certo per il sottile :woot:
A due passi, lì’ vicino, il fiume si trasforma in lago
Luca, che un po’ di occhio per gli spot buoni se l’è fatto l’anno prima , dice a Gianni “ocio” (da bravo veneto) che qui viene fuori il luccio…tempo di vedergli fare tre passaggi con un bass assassin e, incredibile, il luccio in effetti vien fuori…ma il problema è che passa i 90 cm, e purtroppo, prima di avere il tempo di organizzare la difesa se lo vede sfuggire dopo una violenta testata nel sottoriva :(
L’hot spot big fish in realtà regala trote di taglia classica, anche se Gianni allama una bella lake trout che riesce però a dileguarsi nelle rapide (spaccandogli il terminale in FC) , mentre a Luca , insegue e cicca il Bombix una fariona over 50 .
Bombix che è incredibilmente gradito anche da un gardon, che attacca in caduta come un navigato predatore
Lì, in fondo, sotto la cascata, vige un divieto…
E mentre i due fantasticano di cosa e quanto ci possa essere lì, in attesa della risalita, sempre a gomma Gianni una di quelle “cose” la aggancia !!!
L'aveva vista quasi mezzora prima saltare alla fine delle rapide , e anche se non immaginava certo di farla abboccare si è portato in una zona di riposo immaginando che potesse prepararsi proprio lì per la prossima rapida, e insistendo con lo shad da 4 pollici la convince all’attacco.
E’ un combattimento mozzafiato: sono pesci abituati a grandi spostamenti, e lottano come i salmoni, fino alla fine. E’ una lacustre vicina ai 70 cm, che purtroppo si slama un secondo, ma veramente un secondo prima di essere presa.
Una delle serie difficoltà in questi ambienti è trovare un angolo dove salpare il pesce, dal momento che le sponde non sono mai o quasi un degradare lento , ma grossi massi o terre erose dall'acqua.
Un vero peccato, con l’acqua scura i due amici non riescono nemmeno ad ammirare veramente una livrea che deve essere stata splendida. Resta loro il ricordo del pesce, esausto, che pinneggia pianissimo riportandosi in profondità…e il desiderio represso di allungarsi, di tuffarsi per prenderlo, ma è un rischio serio ed inutile in un fondale cosi… e la ragione consiglia di rinunciare.
Per un soffio, ma ha vinto lui ...Gianni non può far altro che rimuginare sulla perdita e soprattutto sul fatto di non avere avuto con se il guadino da big fish rimasto a casa .. :rolleyes:
Tra uno spot…
E l’altro…
c’è tempo di inframmezzare la pesca alla trota con quella ai numerosissimi temoli e persici che popolano le acque lapponi.
I persici sono in ogni dove, catturabili con semplicità e gran divertimento. Ovviamente, la gomma regna -_-
ma anche il legno dice la sua, come il flat rap 10 cm
I temoli richiedono maggiore impegno, non sono presenti in tutti gli spot e vanno cercati con artificiali appositi, ma una volta capito il quadro, dove ce ne sono si prendono, e ne escono comunque in buona misura
Le sorprese ci sono anche in questa pesca, dove pur facendola da padrone il piccolo rotante, capita di ferrare timallidi anche a lipless , capita a gianni infatti ,di allamarne uno interessante sulla sponda opposta del fiume .
Purtroppo per lui la bocca tenera dei temoli è fonte di molte slamature .
Tra l’altro, pescandoli con attrezzatura piuttosto leggera, c’è anche più divertimento nell’incocciare le trote di taglia “standard”, che non mancano mai
Al polso di Gianni, ecco "l'inutile" bracciale antizanzare col quale sperava di potersi salvare dagli sciami affamati che popolano questi ambienti ... il prodotto locale è senza dubbio più efficace
Aiutati da uno smartphone con navigatore acquistato pochi giorni prima della partenza, che Gianni con un caparbietà marchio di fabbrica riesce far funzionare al meglio nonostante le difficoltà del collegamento con scheda estera, i due sono continuamente alla presa con nuove situazioni di pesca,
e nelle acque di uno splendido fiume di una incantevole vallata arriva anche qualche altro incontro di rilievo
finendo anche a pescare nei punti dove l’acqua si allarga (e succede spesso) nelle placide acque di un lago.
Proprio qui Luca , con il suo CD7 (colore iridea, per chi crede alle livree), realizza una delle più belle catture del viaggio: lacustre, meravigliosa 63 cm
La cattura lo lascia senza fiato…appagato al punto di chiedersi: cos’altro può succedere, in Lapponia ?
Beh…in Lapponia può succedere, per esempio, di prender lucci dove meno te lo aspetti , come in questa lama “canadese”
Dove mentre stai tentando con un minnow di prendere una bella trota e invece, appunto, arriva lui
E la trota, quella bella, la aggancia di nuovo Gianni, e anche questa volta non è fortunato.
Un altro combattimento difficile, un primo salto in mezzo al correntone, una lunga fuga verso valle, e poi convinto che ormai fosse vinta, la tiene ferma in acqua in cerca di un posto dove salparla , peccato che ancora vispa e molto scaltra decida di intanarsi sotto un tronco sommerso , causandogli dopo una serie di tentativi al limite dell’immersione la rottura della canna, ed in seguito anche del filo, con la trota che riparte prontamente verso il largo.
Sembra proprio che la Dea Bendata non abbia diviso equamente la sorte…
La conferma di dove gira la fortuna i due ragazzi ce l’hanno il giorno dopo, quando decidono per acque più piccole, più abbordabili, e per una pesca leggera.
E’ una giornata uggiosa, cielo coperto e pioggerella fine, intermittente, un ambiente surreale : il fiume pare quasi prosciugato , i sassi , anche quelli più grandi , sono quanto di più instabile e pericoloso abbiano visto finora .
Dopo gli iniziali scarsi risultati, a Luca viene in mente la pazza idea di far girare uno streamer da spinning che si è assemblato a casa, e che non ha ancora mai mosso nulla le poche volte che l'ha gettato in acqua.
Ci sono due enormi massi sommersi, longitudinali al torrente, e una fessura tra di essi, ed è da questa fessura che si materializza, velocissima, una lunga ombra scura, che sale a galla a ghermire l’esca, al quarto o quinto passaggio nella pool dove si allarga momentaneamente il corso.
La scena è di quelle destinate a rimanere impresse a vita nella memoria, la ferrata è automatica, la mano sinistra di Luca che va alla frizione del piccolo CI4 2500 perché sa che questo pesce almeno all’inizio andrà dove vuole…..e con il cannino che si ritrova è meglio che non abbia impedimenti di sorta.
E difatti è così, comincia a prendere metri e metri di 8 libbre, e non si può far altro che lasciarlo andare.
Accorre Gianni, che fa a tempo a raggiungerlo, e ad assistere al tira e molla che per fortuna si limita ad avere come teatro la pool stessa, senza che al pesce venga in mente di salire o scendere.
Lo sapevano, che qui ci poteva essere qualche chance per il salmone, ma vai te a pensare…
72 cm di salmone atlantico :wub: :B):
Luca, felicissimo per una cattura così inaspettata e sudata, non osa immaginare cosa possa tirare un pesce di questo genere che passi il metro… il solo pensiero lo commuove .
Ad ogni modo, la fiducia non è tanto, è tutto, per cui eccoli di nuovo a calcare il Grande Fiume, con i giorni che passano inesorabili mentre si avvicina il rientro a casa, e azzardando percorsi al limite della praticabilità, per poter lanciare là, dove nessun’esca è mai giunta prima (…chi indovina la citazione vince un martin 6 rugginoso :P )
Ci sono voluti diversi giorni per entrare nell’ordine di idee che il lipless, in fiume, fa la differenza. Più convinti e con più continuità riguardo all’utilizzo di tramvieri e bombix, i due pescatori eseguono passate lunghe, fatte di strappi e rilasci prolungati, perdono una raffica di esche, ma finalmente vedono un antipasto di quello che questo meraviglioso corso d’acqua può regalare.
Una brown veramente, ma veramente brown :wub:
E una brown chiara chiara
Dalle foto viste in giro, c’è la consapevolezza che ci sono mostri puntinati e colorati di ben altre taglie in quelle buche, sotto quei correntoni, là in mezzo dove nemmeno il lancio più potente può arrivare…ma per quest’anno il Grande Fiume ha nascosto i suoi tesori.
Poco male. Il Grande Fiume non è l’unico, qui, ad avere tesori.
L’ultimo giorno di questo viaggio è quello più faticoso in assoluto : venti abbondanti chilometri di scarpinata sotto la pioggia,
a visitare la parte alta di un altro fiumone, appena sotto le montagne, dove le acque sono molto più simili alle nostre , e dove il panorama lascia senza fiato , con i boschi ormai al limitare della tundra coperti di soffice erba vellutata, disseminata di funghi in ogni dove ..
Il fiume si trova molto più vicino alle sorgenti, con portate e conformazioni che molto hanno a che vedere con i nostri amati corsi
E dove le trote hanno una livrea che ricorda molto da vicino le fario di casa nostra.
Anzi, questa, una delle tante, presa nelle nostre acque, farebbe venire il legittimo dubbio che si tratti di un ibrido
Purtroppo una fittissima schiusa di uno strano tipo di formiche alate pare aver saziato gli appetiti delle trote, che non si mostrano molto collaborative.
E pensare che queste acque tra i monti sono uno dei migliori spot per la grande fario e uno dei pochi al mondo dove si possono pescare le namaycush in acque correnti , anche se la chiave è la “night fishing”, tanto che alla sera il fiume si popola di “locali”, esperti conoscitori della zona. I pesci, in effetti, sono “very shy”, dice la vecchina che fa il permesso, e d’altra parte le foto delle catture sembrano confermarlo, dato che la luce è quella dell’imbrunire o addirittura c’è il flash ad illuminare la trotona di turno.
Ci fosse ancora tempo…ma il sole tramonta, sul Vindel, di fronte a casa, come sul viaggio.
E’ ora di fare i bagagli, e rientrare.
In otto giorni completi di pesca che potremmo quasi definire “matta e disperata”, Gianni e Luca appena appena hanno cominciato a capirci qualcosa, di come si può affrontare la trota qui. Otto giorni, possiamo proprio dirlo, di vera esperienza, a cercare pesci selvatici, difficili per ambiente e per differenza con quelli a cui siamo abituati.
Le potenzialità sono, però, enormi, ed è già un buon motivo per progettare, a breve, un secondo viaggio in grande stile. Ed è di questo che i due amici già discutono, durante il volo verso l’Italia, sperando che il tempo che li separa dal ritorno in questa splendida terra passi in fretta, e che l’esperienza appena passata sia tesoro per poter ricavare i frutti che la pesca, qui, è sicuramente in grado di dare.
MAGMA- Top builders
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
mi sono accorto ora che le foto erano inserite con una sintassi ITRB non accettava , per cui nono si vedevano le foto
chiedo scusa a tutti , problema risolto , spero vi piaccia
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MAGMA- Top builders
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
Stupendo...stupendo, questi sono i momenti che una persona dovrebbe preoccuparsi a vivere nella propria esistenza
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Antonio Bonfa'
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
lo dico alla romana, "MORTACCI CHE POSTI" .... sono rimasto di stucco !
Grazie
Grazie
Ospite- Ospite
Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
WOW complimenti per il report, racconto mozzafiato e schenario incantevole.......
Ci sono tutti gli ingredienti per un'esperienza indimenticabile
Ci sono tutti gli ingredienti per un'esperienza indimenticabile
Patu- Cool Builders
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
grazie ragazzi!! quest'anno ritorno per stare qualche giorno in più..
se riesco porto la reflex per degli scatti più degni dell'ambiente
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MAGMA- Top builders
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
Bellissimo post e foto meravigliose !! Bravi !
...un'avventura davvero mozzafiato per chi ama i salmonidi come me.
Doveroso rimbalzo sulla pagina fb di ItRB
...un'avventura davvero mozzafiato per chi ama i salmonidi come me.
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Peppe
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
grazie peppe , un onore
davvero una esperienza da provare e tralaltro poco costosa per quello che offre , non ci sono le catture del canada o della ussia , perchè qui le devi sudare molto di più , ma si è davvero molto addentro al selvaggio della natura lappone
davvero una esperienza da provare e tralaltro poco costosa per quello che offre , non ci sono le catture del canada o della ussia , perchè qui le devi sudare molto di più , ma si è davvero molto addentro al selvaggio della natura lappone
MAGMA- Top builders
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
complimenti un report con i fiocchi, posti stupendi, direi da sogno
Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
Non ho veramente parole!!!!.... Per un trotaiolo come me, un viaggio come questo è un sogno! Anzi, ne sto già parlando con il compare di pesca, e QUANDO (perché c'è solo il QUANDO, il SE non è contemplato.... ) lo organizzeremo, magari contatterò te o il buon Luca (che conosco di persona) per qualche dritta!
Jotun AdS- Cool Builders
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Re: Viaggio nelle terre di Babbo Natale
Jotun AdS ha scritto:Non ho veramente parole!!!!.... Per un trotaiolo come me, un viaggio come questo è un sogno! Anzi, ne sto già parlando con il compare di pesca, e QUANDO (perché c'è solo il QUANDO, il SE non è contemplato.... ) lo organizzeremo, magari contatterò te o il buon Luca (che conosco di persona) per qualche dritta!
molto volentieri jotun , se volete venire già quest'anno , dovrebbero esserci altri posti letto disponibili
è veramente un viaggio molto interessante e soprattutto , azzera completamente quelle che sono le convinzioni accumulate in pesca nelle nostre acque , salvo in rari ambienti , dove si può pescare " normalmente "
grazie laserspin , va detto che la bellezza della narrazione non è opera mia , ma del mio amico Luca , tutta un altra penna
MAGMA- Top builders
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